Cinque anni fa la maturità linguistica, poi la laurea in Lingue a Torino e da settembre la cattedra nel "suo" LiceoHo
trascorso al liceo Ancina dal 2013 al 2018 e ho frequentato
l’indirizzo linguistico EsaBac. Una scelta che si è rivelata
vincente: ho infatti iniziato il percorso accademico all’Università
di Torino con le idee molto chiare, proseguendo con gli studi in
lingue straniere senza alcun dubbio, carica di entusiasmo e
determinazione. Sono stata lineare anche con le lingue di studio,
avendo deciso di approfondire quelle che già erano presenti nel
piano formativo del liceo: l’inglese, per cui nutro tuttora una
grande passione e, forse un po’ inaspettatamente, il tedesco. Pur
amando il francese volevo mettere a frutto ciò che avevo
faticosamente imparato della lingua tedesca e con un po’ di timore
ho inserito “Deutsch” come lingua B nel piano carriera
dell’università. Oggi non posso che essere felice di quella
decisione perché mi ha permesso di realizzare un sogno: tornare al
liceo Ancina. Sì, ma dall’altra parte della cattedra, come docente
di lingua tedesca. Anche se posso immaginare le reazioni inorridite
di molti attuali studenti quando leggeranno queste parole, è la
verità; ho sempre desiderato insegnare e avere la possibilità di
lavorare all’Ancina è per me un’occasione irripetibile. Ho
trascorso al liceo cinque anni meravigliosi; nonostante la fatica, le
rinunce e il carico di studio non indifferente ho sempre varcato la
soglia della classe con serenità e soddisfazione. Mi ritengo molto
fortunata perché ho avuto la possibilità di studiare ciò amo, nel
mio caso le lingue straniere, in un ambiente positivo, guidata da
docenti eccezionali e sempre pronti a stimolare e motivare i propri
alunni. All’Ancina mi sono sempre sentita apprezzata, incoraggiata
a seguire i miei obiettivi e ad ampliare i miei orizzonti; non sono
mancati gli “inciampi”, i dubbi, i “non ne posso più” ma
anche in questo caso non sono stata lasciata sola. Anche se può
sembrare strano, l’Ancina è sempre stata una famiglia per me, con
alti e bassi, momenti di amore e incomprensione, ma con gli anni ho
acquisito sempre più consapevolezza di quanto il successo del mio
percorso universitario e la mia felicità lavorativa di oggi
dipendano dalla formazione che ho ricevuto all’Ancina.Al
liceo ho imparato moltissimo, ho approfondito varie discipline,
memorizzato vocaboli e poesie, formule matematiche e opere d’arte;
tutto ciò mi è stato indubbiamente di grande utilità negli studi
universitari, ma l’insegnamento più profondo che l’Ancina mi ha
lasciato è l’importanza dell’amore e della dedizione per il
proprio lavoro. La convinzione della propria scelta, la soddisfazione
nel vedere i risultati e andare al lavoro o all’università con
serenità ripagano della fatica, delle ore di studio, delle nottate
passate a lavorare e dell’ansia di non riuscire a fare abbastanza. Negli anni successivi al liceo le mie compagne ed io abbiamo
riesumato spesso gli episodi più piacevoli, divertenti e
imbarazzanti dell’Ancina; quello che ricordo con più affetto è la
cena di quinta con tutti gli insegnanti. Per la prima volta mi ero
resa conto che (inaspettatamente!) i docenti hanno una vita al di
fuori della scuola, che ci sono delle persone dietro al ruolo che
svolgono, e avevo compreso il valore del legame che unisce studenti e
docenti, un legame che spesso viene dato per scontato, ma che gioca
nelle nostre vite un ruolo cruciale. Oggi posso infatti dire grazie
ai miei docenti del liceo se mi trovo dietro ad una cattedra;
l’entusiasmo, la dedizione e l’impegno che mostravano nel loro
lavoro mi hanno incoraggiata a intraprendere la stessa strada.Il
consiglio che vorrei dare a chi inizia oggi il liceo è non avere
fretta di raccogliere i frutti del proprio lavoro e non sottovalutare
l’importanza della conoscenza; spesso anche io mi chiedevo che
senso avesse imparare le declinazioni di latino, studiare a memoria
liste infinite di vocaboli e formule matematiche spesso
incomprensibili, ma negli anni ho capito che nulla di ciò che
apprendiamo è inutile. Chissà mai che, come nel mio caso, la
materia che oggi vi scoraggia e considerate noiosa non possa un
domani aprirvi la porta del lavoro dei vostri sogni.
Marianna Racca
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