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Che ci facevano 19 prof, da tutta Europa, in pieno agosto nel cuore dell'Andalusia?

Ce lo racconta la "nostra" Chiara Castellino dopo aver partecipato ad Erasmus Plus, importante iniziativa UE per una scuola davvero europea

Per me il nome Erasmus evocava un soggiorno, di durata variabile, in un Paese europeo, opportunità che durante gli anni dell’università non avevo colto, e, lo confesso, ne sono molto pentita. Quando la Dirigente ha comunicato che si era aperta la candidatura per l’Erasmus plus, dedicato agli insegnanti, ho deciso immediatamente di non lasciarmi sfuggire l’occasione.

L’Erasmus plus è il nome di un grandioso progetto dedicato ai docenti Paesi membri dell’Unione Europea (ma vi partecipa anche la Norvegia, grazie ad accordi ad hoc) e prevede dei corsi di aggiornamento in altri Stati all’insegna del “lifelong learning”. Nel mio caso, tra la grande varietà di possibilità, ho optato per un titolo molto promettente, a mio avviso: “multicultural and intercultural education”.

Inizialmente il corso era previsto a Lubjana, la capitale della Slovenia, la seconda settimana di maggio. Tuttavia, non so per quale motivo, non si è raggiunto il numero minimo di partecipanti e, dopo un iniziale smarrimento, ho cercato e trovato un corso simile che si sarebbe svolto a Malaga nella settimana di Ferragosto.

Strano, proprio a Ferragosto! Tra l’altro, a Malaga, quella settimana coincide con la Feria di Augusto, un momento di festa dedicato a canti e balli tipici dell’Andalusia.

Presi gli accordi con la scuola, l’ente erogatore del corso e l’USR di Torino, che sponsorizza e amministra tale mobilità (è previsto il rimborso spese per il viaggio, il vitto e l’alloggio), sono partita.

Il corso, in lingua inglese, è durato 5 giorni, dal 15 al 19 agosto, con il seguente orario: dalle 9 alle 14.

Le attività sono iniziate all’insegna del seguente motto: “Diversity is having a seat at the table. Inclusion is having a voice and Belonging is having that voice be heard” (by Liz Fosslien).

Tutti noi, un gruppo di 19 docenti, provenienti da Cipro (1 partecipante), Norvegia (4), Polonia (5), Romania (4) e Slovenia (4), ci siamo messi in gioco affrontando argomenti quali la parità di genere contro i pregiudizi, il concetto di micro-aggressione, la teoria del gender e il modello dell’enneagramma. Gli insegnanti, di scuole di diverso ordine e grado, dalla primaria alla secondaria di secondo grado, hanno mostrato quali sono i problemi e le possibili soluzioni a tematiche spinose che sono, ahimè, diffuse ad ogni latitudine: l’abuso dei social network, il bullismo, la mancanza di motivazione ecc.

Per aiutarci, Iris, la nostra insegnante, una giovane ragazza spagnola laureata in Inglese e specializzata anche in Psicoterapia, ci ha condotti attraverso un percorso basato su poca teoria e molta attività pratica (con l’uso dello psicodramma, di disegni, di sedute di stretching e tecniche di massaggio).

Il risultato finale è stato una grande varietà di idee da utilizzare non solo per le lezioni in classe, ma anche per creare un ambiente sereno e propositivo tra colleghi.

Al di là del risultato in termini di contenuti nuovi da sperimentare, l’intento dell’Erasmus plus è creare legami tra docenti per una condivisione di buone pratiche, anche in vista di progetti futuri da implementare attraverso gemellaggi tra scuole.

In conclusione, sono convinta che l’esperienza sia non solo formativa e arricchente, ma anche una fonte di ispirazione per costruire, tutti insieme, una scuola migliore.

Prof.ssa Chiara Castellino

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