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L’esperienza di volontariato in Zambia nel racconto di Giulia ai liceali di oggi

Ex Anciniana ha esposto alle sei classi quinte dell'Ancina il "Cicetekelo Youth project" dell'Associazione "Comunità Papa Giovanni XXIII"

“Cicetekelo” potrebbe forse suonare strano, perfino esotico, ma in Zambia – nella lingua indigena Bemba – vuol dire semplicemente “speranza”: qualcosa di cui c’è un gran bisogno in una realtà come quella africana in via di sviluppo ma segnata da profonde criticità economiche e sociali. E non a caso proprio questo, “Cicetekelo Youth project” per la precisione, è il nome che porta il progetto umanitario avviato sin dal 1997 dall’associazione “Comunità Papa Giovanni XXIII” nella città di Ndola e zone limitrofe,
  capoluogo di un distretto di circa mezzo milione di abitanti collegato per via stradale e ferroviaria con la capitale Lusaka.

Le classi quinte del Liceo “Ancina” hanno avuto il privilegio di conoscere questa iniziativa con informazioni per così dire “di prima mano”, nella viva voce di Giulia Fea, a sua volta ex Anciniana oggi studente universitaria, che vi ha speso sei mesi di volontariato in azioni mirate ad arginare il fenomeno dei bambini di strada così come la malnutrizione infantile: qualcosa che per lei, iscritta a scienze infermieristiche pediatriche a Torino, ha rappresentato  un tirocinio formativo di alto livello, oltre che un’esperienza umana senza pari.

L’associazione “Comunità Papa Giovanni XXIII” proprio in Zambia, su richiesta del vescovo locale, aprì la prima casa famiglia all’estero a metà anni Ottanta: da lì l’impegno si è venuto progressivamente ampliando sino a concentrarsi su attività di reinserimento familiare e sociale di orfani e bambini vulnerabili e di supporto scolastico ed educativo, senza dimenticare il sostegno alimentare e sanitario e la formazione professionale, con corsi biennali di falegnameria, agricoltura e meccanica che negli anni hanno messo capo a numerose attività lavorative oggi in grado di autosostenersi e di rappresentare altrettanti casi di successo insieme economico e sociale.

Il racconto di Giulia si è articolato in sei lezioni con ciascuna delle classi quinte e ha coinvolto gli studenti grazie alla profonda umanità e competenza: il dipartimento di Religione, costituito dai docenti Flavia Morano, Angela Tallone e Simone Verna, ha promosso questa iniziativa nell’ambito degli incontri dei “Talenti da scoprire” e si ritiene in dovere di “esprimere – anche a nome degli studenti – un sincero ringraziamento a Giulia per l’efficacia e l’umanità con cui ha saputo trasmettere questa preziosa esperienza personale”.

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